Audrey Hepburn, una delle attrici più famose e amate di sempre, icona del cinema mondiale, nasce il 4 maggio del 1929 a Ixelles, in Belgio. Nel 1954, a soli 24 anni, vinse l’Oscar come miglior attrice con il film “Vacanze romane”. Interpreta il personaggio della Principessa Anna ma in tanti la ricordano come Holly Golightly, la protagonista del film “Colazione da Tiffany”. Un film che ha consacrato la sua storia, tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote. Fu proprio quel film a renderne indimenticabile il suo fascino per i decenni successivi, durante i quali diventò immagine iconica nei suoi ruoli cinematografici. Un simbolo universale di stile ed eleganza. Ha sempre avuto il fascino di chi non invecchia e la sua immagine è stata riprodotta in innumerevoli contesti grazie al suo successo popolare ed eccentrico come quello di pochissime altre dive del cinema.

Audrey Hepburn visse nei Paesi Bassi durante gli anni dell’occupazione nazista

Il suo vero nome era Audrey Kathleen Ruston e sua madre discendeva da un’antica famiglia nobile olandese. Il cognome con cui divenne famosa, apparteneva alla nonna paterna e fu aggiunto da suo padre all’anagrafe anni dopo. Nel 1939 iniziò a studiare danza al Conservatorio di Arnhem, in Olanda, fino al 1945 e negli anni della guerra cambiò anche il suo nome in Edda van Heemstra, cercando di nascondere ai nazisti la sua origine inglese. Si trasferì a Londra nel 1948, dove iniziò la carriera di attrice, dopo che vari problemi di salute non le permisero di portare avanti la carriera da ballerina. Iniziò a recitare a teatro in alcuni musical ed esordì al cinema nel 1951, nel film One Wild Oat. Il primo grande successo cinematografico di Audrey Hepburn in “Vacanze romane” del 1953 con la regia di William Wyler. La casa di produzione inizialmente voleva Elizabeth Taylor come protagonista del film, ma il regista scelse Audrey Hepburn come interprete della Principessa Anna, perché allora rappresentava esempio indiscusso di fascino ed eleganza. La sua è sempre stata una figura iconica per lo stile sobrio e glamour. In un altro film di successo, Sabrina, del 1954 diretto da Billy Wilder, nacque la sua collaborazione professionale con lo stilista francese Givenchy, che disegnò per lei molti costumi di scena.

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Nella seconda metà degli anni cinquanta, Audrey Hepburn era ormai diventata una delle più grandi attrici di Hollywood e soprattutto un’icona di eleganza.

Era una donna di grande gusto, molto chic secondo i quotidiani dell’epoca, ammirata e imitata ancora oggi nel 2020. I suoi abiti di scena sono stati più volte esposti e ad oggi narrano la storia del costume. Anche all‘università la sua storia e’ contemplata più volte nei corsi di moda. Il suo famoso abito tubino nero indossato in Colazione da Tiffany creato da Givenchy e gli occhiali da sole grandi e neri, l’hanno resa una stella del cinema e del glamour.

Parlando di stile, Audrey Hepburn confessò:

“La bellezza di una donna non dipende dai vestiti che indossa né dall’aspetto che possiede o dal modo di pettinarsi”.

Nel 1961, il personaggio di Holly, interpretato nel film Colazione da Tiffany, gli valse un’altro Premio Oscar, che quell’anno fu vinto poi da Sophia Loren. La sua figura indiscussa è ancora oggi considerata una delle più incisive e rappresentative del cinema americano del ventesimo secolo. Tiffany, la più famosa gioielleria di New York, rappresentava l’unico posto in cui Holly riusciva a dimenticare i suoi problemi.

Per Audrey Hepburn non fu facile interpretare il ruolo di una donna estroversa.

Infatti, rivelo’: “Interpretare una ragazza così espansiva è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto”. Nella sua lunga carriera, oltre ad aver vinto l’Oscar nel 1954 come miglior attrice, vinse anche tre Golden Globe, un Emmy, un Grammy Award e tre David di Donatello. Nel 1993 l’American Film Institute la mise al terzo posto tra le più grandi attrici di tutti i tempi.

La sua carriera professionale si incrociò nuovamente con quella di Elizabeth Taylor nel 1964, per il ruolo di Eliza Doolittle nel film musical My Fair Lady.

Hepburn è scelta al posto di Julie Andrews, che aveva interpretato il ruolo a Broadway. All’inizio rifiutò, sostenendo cosa giusta affidare la parte ad Andrews, allora poco conosciuta nel mondo del cinema. Durante le riprese del film, scoprì di essere stata doppiata nei pezzi musicali e in segno di protesta lasciò il set. Tornò il mattino dopo, scusandosi per il gesto istintivo.

Alla fine, soltanto poche frasi del film sono cantate effettivamente da Audrey Hepburn.

In tutto questo tempo, trovo’ anche il tempo per numerose storie sentimentali, matrimoni, figli e divorzi. 

Nel 1954 si sposò con l’attore Mel Ferrer, conosciuto otto mesi prima, dopo due aborti spontanei, nacque loro figlio Sean. Mentre nel 1965 ebbe un altro aborto spontaneo.

Hepburn e Ferrer divorziarono nel 1968. L’anno successivo si risposò con lo psichiatra italiano Andrea Dotti con cui ebbe un secondo figlio nel 1970, Luca, per poi divorziare nuovamente nel 1982.

Sei mesi dopo, incontrò l’attore olandese Robert Wolders: andarono a vivere insieme, non si sposarono mai, ma restarono sempre uniti.

Dal 1967 in poi Audrey Hepburn lavorò meno: l’ultimo ruolo importante della sua carriera cinematografica lo interpretò nel 1981, nella commedia: “E tutti risero”.

Una delle sue importanti apparizioni in un film la fece invece nel 1988, con una piccola parte in Always, diretto da Steven Spielberg. Poco dopo è nominata ambasciatrice speciale dell’UNICEF e da quel momento si dedicò soprattutto all’aiuto solidale dei bambini poveri, viaggiando in diverse parti del mondo.

Mori’ a 63 anni, a Tolochenaz, per un cancro al colon scoperto poco prima in Svizzera, il 20 gennaio del 1993.

Alle esequie, oltre ai figli e a Wolders, erano presenti gli ex mariti, Mel Ferrer e Andrea Dotti, il grande amico Hubert de Givenchy, i rappresentanti dell’UNICEF e gli attori e amici Alain Delon e Roger Moore. A officiare il funerale il sacerdote Maurice Eindiguer che, trentanove anni prima, aveva consacrato il matrimonio tra la Hepburn e Ferrer. Lo stesso anno della sua morte, il figlio Sean fondò l’Audrey Hepburn Children’s Fund per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani. Audrey Hepburn oggi è l’esempio femminile per eccellenza. La sua ironia e spontaneità hanno dato valore alla sua storia intensa e interessante.

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