Sarà all’insegna della contaminazione culturale la prossima edizione del White di Milano, in cui è previsto un vero e proprio melting pot della moda. Dal 24 al 27 febbraio approderanno al Superstudio ed Ansaldo (in Tortona) 300 brand diversi, 150 di questi provenienti dall’estero.
Numeri importanti dunque, anche se il founder di White, Massimiliano Bizzi, preferisce la linea della cautela, puntando tutto sulla componente qualitativa per attirare compratori anziché dati.
«Puntiamo sulla qualità senza rincorrere i numeri pre-covid. La pandemia ha mutato l’industria e i buyer così hanno sempre meno tempo per venire ai saloni. Dobbiamo offrire loro quindi qualità e un brand mix intelligente».
L’edizione sarà molto importante in chiave commerciale, complice il ritorno dei clienti provenienti dall’Asia, in particolare di quelli cinesi, usciti da poco tempo dalla (fallimentare) strategia “Zero-Covid” che ha impedito di varcare il confine del proprio Paese. Un fatto da accogliere in modo assolutamente positivo, soprattutto per le piccole realtà, non in possesso di network come i grandi brand lusso. Tra la Cina e il nostro Bel Paese c’è un rapporto speciale: i cinesi amano le cosiddette tre “F”, ovvero Fashion, Food e Forniture, tre parole chiave per un’Italia che sta vivendo una fase di rilancio importante da sfruttare fino all’ultimo.
Tra le iniziative programmate per quest’anno c’è da segnalare il ritorno dell’interessante concorso Secret Room, interamente dedicato ai giovani designer in grado di produrre un tipo di moda non convenzionale. In questa iniziativa saranno interessati Dreaming Ely, creativa italiana stanziata a Londra, Olubiyi Thomas, Studio Pansters e Romeo Hunte, quest’ultimo con alle spalle un’esperienza decisamente importante, visto che ha già collaborato con le celebrity Michelle Obama, Beyoncé e il pilota Hamilton. Di grande prestigio anche il background di Thomas, cresciuto all’interno della maison Alexander McQueen.
«Abbiamo lanciato la prima piattaforma al mondo dove i negozi sono co-proprietari con circa cento associati e a cui tutto il mondo wholesale guarda con interesse [c’è] una grande voglia da parte dei consumatori di tornare nei negozi per cercare cose nuove. Le vendite retail a livello globale sono in flessione, ma abbiamo registrato un incremento del mercato interno nel periodo settembre-dicembre».
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