Tutti ne parlano, tutti non aspettano altro. Ma quando è nata? La storia recente della serata dei duetti del Festival di Sanremo, è uno dei momenti più attesi della rassegna alla città dei fiori nata dal genio di Mazzi e Bonolis e mutata nel corso del tempo nella formula che conosciamo oggi.
La cosiddetta serata dei duetti, che poi verrà alternata anche a quelle delle cover per poi essere proposte a correnti alternate anche nella stessa formula, fu una novità assoluta lanciata per la prima volta nel 2005, anno della storica prima conduzione di Paolo Bonolis, approdato da poco tempo in RAI ricevendo un successo clamoroso con il game show “Affari tuoi”. L’anchorman, insieme al Direttore Artistico dell’epoca Gianmarco Mazzi, rivoluzionò completamente il format del Festival, dividendo per la prima volta dal lontano 1978 i concorrenti in categorie (rispettivamente “Uomini”, “Donne”, “Gruppi”, “Giovani” e “Classic”) proponendo una variazione sul tema per la serata del venerdì.
La trovata dei duetti fa subito breccia nel cuore degli ascoltatori, giornalisti e addetti ai lavori, tanto da essere replicata immediatamente nell’edizione successiva, condotta da Giorgio Panariello con Victoria Cabello e Ilary Blasi. In un’annata tutt’altro che memorabile si fa spazio Michele Zarrillo affiancato dal grande Tiziano Ferro nella performance da sogno “L’alfabeto degli amanti”. Presente, tra gli altri, anche Roberto Vecchioni, sul palco dei Nomadi per “Dove si va”.
La formula, così come l’abbiamo apprezzata dal 2005, verrà rinnovata, confermata o lievemente cambiata. Paolo Bonolis nel 2009 decide di estenderla anche ai giovani, affiancandoli a grande icone della musica italiana sotto forma di tutor: Arisa, vincitrice con “Sincerita” è per esempio supportata dal Maestro Lelio Luttazzi, Malika Ayane da Gino Paoli, Irene Fornaciari da una super band con il papà Zucchero.
il momento dei duetti infatti viene parzialmente sostituito da una serata per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia. Ai quattordici artisti rimasti in gara fu affidato il compito di scegliere un famoso brano della storia del Bel Paese, con l’opzione facoltativa di portare un ospite. La sfavillante Patty Pravo scelse in tal senso “Mille lire al mese”, Roberto Vecchioni (vincitore dell’edizione) propose invece “O surdat’nnamorato”. Nel 2012 il tema si diversifica. Gianni Morandi, insieme a Gianmarco Mazzi, decide di proporre il concept “Viva l’Italia nel mondo”, imponendo ai cantanti di portare in gara dei brani italiani che hanno trovato fortuna anche all’estero, accompagnati rigorosamente da un ospite straniero. A sfruttare meglio l’occasione furono in tal senso i Marlene Kuntz, i quali eseguirono una versione splendida de “Impressioni di settembre” con il carisma poetico di Patti Smith.
Di vera e propria “serata della cover” si comincerà a parlare in maniera ufficiale soltanto nel 2015 con l’approdo di Carlo Conti alla Direzione Artistica. Il volto noto di Rai 1 però accolse in modo positivo l’esperimento condotto nel biennio precedente da Fabio Fazio che, chiamato al timone della kermesse nel 2013 e nel 2014, scelse di organizzare due serate celebrative diverse, prima pescando direttamente dal repertorio sanremese, dunque chiedendo ai cantanti di realizzare una interpretazione di un brano iscritto alla storia del Festival, poi consigliando loro di scegliere un pezzo di musica d’autore, anche pubblicato al di fuori della città dei fiori.
Dopo una lunga parentesi, nel 2018 il “Dittatore artistico” Claudio Baglioni decide di tornare alle origini, portando di nuovo i duetti nella loro forma primigenia. Si troverà una specie di compromesso con Amadeus a partire dal 2020. Nel suo primo anno da Direttore Artistico infatti il conduttore opta per una serata celebrativa per festeggiare i 70 anni di Festival, invitando gli artisti a proporre un brano significativo della storia sanremese in duetto. L’anno successivo invece pesca di nuovo l’idea di Fabio Fazio, assegnando come tema la canzone d’autore (rimase nella storia in tal senso la performance dei Maneskin con Manuel Agnelli). Ancora più libero invece il 2022, dove bastava un brano, anche internazionale, degli anni cinquanta-sessanta-settanta-ottanta-novanta.
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