Architecture, Art and Design

Il polo produttivo di Fendi è una meraviglia dell’architettura

Un capolavoro dell’architettura. È aperto da pochi mesi il nuovo polo produttivo di Fendi, denominato Fendy Factory, situato nella verdissima campagna toscana, precisamente a Bagno a Ripoli. Progettata dal celeberrimo studio milanese Piurach, che vanta nella sua storia tante collaborazioni con i brand più importanti del settore della moda, la particolarità della struttura sta proprio nella sua forma, ideata quasi per scomparire e fondersi alla natura sterminata circostante. 

Un investimento a tutto tondo

Per realizzare la struttura è servito un investimento economico monstre, ovvero cinquanta milioni di euro. Si tratta però di un risultato davvero importante per un’azienda prestigiosa come Fendi, marchio che adesso – oltre la sede generale situata all’Eur di Roma nel Palazzo della Civiltà Italiana- può fregiarsi di un edificio splendido e funzionale che permetterà non solo di sfruttare il territorio (il terreno in cui è stato costruito lo spazio era precedentemente deturpato) e le risorse energetiche pulite ma anche di attirare nuova forza lavoro. Secondo le stime infatti all’interno del polo produttivo Fendi Factory potrebbero essere reclutate 700 persone.

L’obiettivo di partenza degli architetti è quello di coniugare l’eccellenza del lusso targato Fendi con una visione architettonica sì dal grande impatto estetico ma in grado di soddisfare anche determinate necessità energetiche ed ambientali. Non a caso il concept è partorito dalla mente di Antonio Perazzi, noto paesaggista e land architect, il quale insieme al già citato studio Piurach ha voluto issare un tipo di costruzione per farla diventare parte integrante del paesaggio attivo. Quando un progetto di architettura è anche un progetto di paesaggio, la simbiosi con l’ambiente si sviluppa in modo naturale.

Un tetto- giardino e connessione diretta

La strettissima connessione con il paesaggio è presente in ogni angolo dei 14.000 mq, disposti tutti su un unico piano impreziosito da un tetto-giardino fruibile, utile per rendere “invisibile” tutto l’edificio, mimetizzandosi completamente con la natura rurale. Gli interni invece sono contrassegnati da spazi collegati in modo diretto, realizzati ad hoc per consentire una comunicazione agile con le diverse ale di produzione.

Di fondamentale importanza è la copertura vegetale che, da progetto, viene appositamente interrotta per issare dei patti dalle varie forme al fine di proiettare più luce naturale negli interni. Il verde dunque, oltre che dare una grossa mano sul versante della sostenibilità, diventa anche elemento distinto per la socializzazione del personale. Da menzionare inoltre anche la palette colori, scelta proprio per avvicinarsi quanto più possibile ai cromatismi della ruralità al servizio di un intero edificio in grado di lasciare a bocca aperta senza risultare invasivo. Ma cosa si trova all’interno del nuovo polo produttivo di Fendi? Lo spazio accoglie ovviamente diversi uffici amministrativi, un ristorante, un magazzino di produzione, dei lavoratori e una scuola specializzata in alta pelletteria.

Il precedente: lo stabilimento Prada ad Arezzo

Con la Fendi Factory diventano quindi due i grandi spazi architettonici iper moderni che accolgono in Toscana una maison italiana famosa nel mondo. Esiste un precedente. Nel 2018 infatti Prada ha inaugurato il suo stabilimento produttivo situato ad Arezzo. Un lavoro durato oltre dodici anni, curato dallo studio Guido Canali. La struttura, bellissima, ribattezzata “fabbrica giardino”, proprio per il suo essere spiccatamente a trazione green e perchè è composta da un sofisticato sistema di collegamento tra interno e esterno. Oggi è una realtà che ospita la divisione produttiva della pelletteria Prada e Miu Miu, i depositi per le materie prime, gli archivi di pelletteria e calzature oltre che gli uffici dei servizi generali e amministrativi e un auditorium. Quale altra azienda investirà sulla bellezza toscana?

Leggi anche: Richard Avedon racconta New York con i suoi murales fotografici

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Fabrizio Testa

Laureato in Musicologia, musicologo, classe 1988. Piedi piantati nel suolo palermitano e la testa proiettata sempre verso il Regno Unito inizia a scrivere nel 2017 trattando moda, musica e cultura; poi, quasi per caso, è arrivato anche lo sport.

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