Il Teatro più importante d’Italia esce dal suo habitat naturale e si immerge nella periferie della città meneghina. Sono ben ventidue gli spettacoli che La Scala terrà in giro per Milano, precisamente dal 27 settembre al 1 ottobre (tutti gratuiti ma con obbligo di prenotazione), allestiti in zone periferiche della metropoli con il fine di far conoscere anche nei quartieri più difficili l’arte e la meraviglia della filarmonica, del corpo di ballo e gli allievi dell’Accademia del prestigioso Teatro.
Un’iniziativa per attrarre nuovi spettatori e ispirare i più piccoli
Il progetto è stato fortemente voluto da Dominique Meyer, Sovrintendente della Scala, proprio per incuriosire nuovi potenziali spettatori e ispirare i giovanissimi a intraprendere, in futuro, una strada nel mondo nell’arte: “A volte il primo passo per entrare alla Scala è difficile, quindi noi vogliamo uscire”, ha detto Meyers, con la speranza di poter ammalare durante le serate quelli che saranno i “protagonisti e il pubblico del futuro”. L’iniziativa è parte integrante di “Milano è viva”, promossa dal Comune di Milano di concerto con delle associazioni attive sul territorio, tra cui spiccano, oltre l’Accademia Scaligera, anche il Centro PIME, l’Associazione SONG, la cooperativa B-Cam e lo Spirit De Milan. Si tratta di un vero e proprio sviluppo di un’intuizione già avuta lo scorso anno, in quest’annata allargata a più spettacoli, con un programma completo, ricco e variegato.
Il programma della manifestazione
Musica e danza brilleranno dunque per cinque giorni in ben diciotto luoghi spalmati nei nove municipi della città. A differenza della passata edizione spiccano nel programma diversi eventi prettamente dedicati ai più piccoli realizzati da Mario Acampa (in veste di regista, autore ed attore) con l’ausilio del coro delle voci bianche e dei solisti delle Accademie di canto. Si comincerà dunque martedì 27 settembre dal Teatro Bruno Munari con “Cantami una cartolina”, concerto che vede protagonisti proprio i giovani delle voci bianche intenti ad eseguire musiche tra gli altri di Eglar, Copland, J Strauss, Rossini e Mozart. In serata invece all’Istituto Salesiano Sant’Ambroglio-Opera Don Bosco l’Esemble d’Archi della Filarmonica proporrà “Il Settecento italiano”, con note di Braconi, Vivaldi, Porpora e Tartini. Il Corpo di Ballo invece sarà di scena all’Arena Milano EST di Martinitt con coreografie di Petir, Coralli, Pistoni, Legris, Bigonzetti, Zakharov, Pepita e Lukacs.
Tra gli spettacoli più attesi del 28 settembre spicca invece “Il novecento francese” degli strumentisti della Filarmonica Della Scala, i quali suoneranno le pagine di Debussy, Ysaye e Roussel. Spazio anche al jazz, presente in molte fasi della manifestazione e particolarmente rilevante nella giornata del 29 settembre, complice uno show incentrato sul novecento americano. Gli ultimi tre giorni, dunque dal 30 settembre al 2 ottobre, tutti gli eventi si sposteranno invece al Teatro La Scala per la sezione finale della manifestazione che si chiuderà ufficialmente domenica 2 con il Corpo di Ballo del Teatro (coreografie di Petit, Coralli, Pistoni e altri), dove si alterneranno sul palcoscenico ballerini emergenti e altri molto più celebri.
Un esempio importante
Grandissima la soddisfazione di Tommaso Sacchi, Assessore alla cultura della Città meneghina: “Vedere la più grande istituzione culturale di Milano che entra nei quartieri della città è un esempio importante anche per gli altri operatori ed è anche un modo di completare la rigenerazione urbana”. Quanto fatto da La Scala dunque è un altro esempio virtuoso di un Teatro che cerca di allontanarsi da quell’aurea elitaria che contraddistingue da sempre il luogo cercando di promuovere la cultura e la bellezza in zone tutt’altro che semplici, con la consapevolezza che proprio l’arte può essere uno degli strumenti più efficaci per contrastare tutte le difficoltà in cui imperversano ancora oggi le periferie del nostro Paese.
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