Un prodotto make up semplice ma di straordinaria potenza che riassume tante cose, molte più di quanto si possa pensare. Oggi, 29 luglio si celebra l’International Lipstick Day, il cosmetico utilizzato praticamente in ogni occasione e per ogni evenienza sopravvivendo nel corso del tempo anche ai conflitti bellici. Ma quando è iniziato tutto? Quando il prodotto è diventato indispensabile? In che modo è diventato fondamentale per connotare i tratti distintivi delle persone? Ripercorriamo la storia del rossetto per riscoprirne tutti i particolari e tutte le personalità.
Tutto nasce in Mesopotamia
Per risalire alle origini del rossetto occorre tornare indietro nel tempo a circa 5.000 anni fa, spostandoci con l’immaginazione nell’attuale Iraq, un tempo un suolo occupato dal popolo sumero. Proprio in questo contesto secondo gli studiosi la Regina Shubad era solita applicare sulle labbra (e talvolta anche negli occhi) dei gioielli preziosi sbriciolati. Nella sua toletta poi, ritrovata all’interno della sua tomba, venne scoperta una scatola dorata contenente una polvera rossa e una pasta ricavata dall’olio di sesamo; è l’inizio di tutto. La tradizione proseguì anche nell’antico Egitto, in cui qualcosa simile al rossetto era usato dalle donne per darsi tono.
La Regina Cleopatra in tal senso fu una delle prime a utilizzare il prodotto con dei pigmenti ricavati dalla cera d’api e dalle squame di pesce. Di diversa ricezione invece quello che accadeva nella Grecia Antica, dove il rossetto era un vero e proprio tratto distintivo per identificare le prostitute, le quali indossavano una tinta rossa pubblicamente proprio per essere riconosciute. Più divinatoria la tradizione dei Romani, i quali erano soliti applicare il purpurissum (rosso porpora) anche sulle labbra degli Dei durante le celebrazioni religiose.
Gli anni tetri del Medioevo e la rollercoster del Sedicesimo Secolo
L’utilizzo del rossetto per tutto il periodo del Medioevo fu praticamente bandito, in quanto considerato un vero e proprio segno di diavoleria, tratto distintivo di una femminilità oltraggiosa e temibile che poteva portare anche all’accusa di stregoneria. Le cose iniziarono a cambiare completamente nel Sedicesimo secolo grazie alla Regina Elisabetta I d’Inghilterra, personalità che rilanciò il prodotto sfoggiandolo con grazia e orgoglio.
Ma la festa non durò tantissimo: nell’epoca della Regina Vittoria infatti, in un periodo particolarmente puritano, il rossetto fu nuovamente ritenuto un abbellimento molto volgare e visto come una mancanza di rispetto verso il Regno stesso. Questa differenza di ricezione continuerà a lungo negli anni e si porterà a presso anche le primissime ribellioni, fino a una svolta significativa, avvenuta però addirittura nel Novecento.
La mossa storica di Elizabeth Arden e il contributo del Cinema
La data da ricordare è: 1912, anno in cui Elizabeth Arden, fondatrice dell’importantissima azienda omonima di cosmetici, decide di attribuire al rossetto un valore storico e politico, trasformandolo nel prodotto per eccellenza per accompagnare la lotta del movimento femminista contro le ingiustizie sociali. Per farlo Arden riuscì a convincere due volti noti del movimento, Charlotte Perkins e Elizabeth Cady Stanton, lungimiranti nell’accogliere la proposta dell’imprenditrice trasformando il lipstick da mero abbellimento a simbolo di emancipazione.
Come accadde anche per gli occhiali o banalmente per il bikini, anche il rossetto entrò a tutti gli effetti nell’uso popolare grazie al magico contributo proveniente dal mondo del Cinema, esploso soprattutto prima e dopo la seconda guerra Mondiale; tutto il mondo sognava infatti di avere infatti la stessa tinta di attrici come Marilyn Monroe, Liz Taylor, Betty Page, Audrey Hepburn. Per rendersi conto dello straordinario impatto del cosmetico nel mercato basta guardare quanto fatto da Churchill: il primo ministro inglese proprio durante il secondo conflitto bellico razionò tutti i prodotti cosmetici, tranne proprio l’ormai iconico lipstick.
Che tipo di rossetto abbinare con l’abbronzatura: i colori da sfoggiare in estate
Il rossetto non ci abbandona mai, neanche nella stagione più calda. Ma quale tonalità di colore scegliere? Come far calzare perfettamente il colore dell’incarnato valorizzando le labbra? Secondo gli esperti è importante analizzare il sottotono dell’abbronzatura e il relativo livello di scurezza: in sintesi, se il sottotono è dorato sarà meglio utilizzare dei lipstick nude tendenti all’aranciato, come il color pesca. Una pelle mediamente abbronzata, secondo i beauty expert, sarà impreziosita da una base sì aranciata, ma con una tonalità più tendente al rosa corallo. Il rosso terracotta-bordeaux è invece consigliato per gli incarnati più scuri. Un tipo di carnagione olivastra infine, se arricchita con dei colori più accesi, garantirà maggiore luminosità.
Ribellione e fluidità
Malgrado siano passati tantissimi anni dal suo utilizzo, il rossetto incarna ancora oggi un significato molto profondo. A partire dagli anni Settanta infatti i confini del cosmetico si sono oltremodo allargati, abbracciando non più soltanto la causa femminista, ma anche quella facente parte del mondo queer e dell’identità fluida. Una lotta per la libertà cominciata grazie al contributo dell’immortale Ziggy Stardust David Bowie e ancora oggi in atto grazie all’apporto di diversi artisti amatissimi dai giovani, come per esempio Harry Styles, personalità che già in diverse occasioni ha sfoggiato il rossetto per rimarcare l’importanza della libertà d’espressione e individuale, concetto abbracciato da anni anche in Italia grazie al lavoro de La Rappresentante Di Lista o di Achille Lauro. Un viaggio nella storia dell’accessorio più venduto del make up, che, in qualche modo racchiude l’essenza del tutto.
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