Il 27 gennaio è la Giornata internazionale della memoria, una data designata dalle Nazioni Unite per onorare e ricordare le vittime dell’Olocausto e per aiutare a prevenire futuri genocidi; Il mantra del ricordo dell’Olocausto è semplice: non dimenticare mai! Lo dobbiamo alla memoria dei circa sei milioni uccisi per mano dei nazisti, così come dei cosiddetti “fortunati” sopravvissuti, per sempre afflitti dal loro oscuro passato. La forza personale e la volontà di vivere hanno portato i sopravvissuti all’Olocausto fino al loro salvataggio alla fine della guerra. Il ricordo ci insegna che l’umanità può sopravvivere a orrori inimmaginabili;
il 27 gennaio giornata della memoria ci esorta a ripetere la promessa che la storia non si ripeterà.
L’Olocausto non è stato immaginato in una sola perversa serata di barbarie. Nel cuore della civilissima Europa, nel periodo in cui gli europei si consideravano i popoli più ‘avanzati’, sia tecnologicamente che culturalmente, di tutto il mondo, Hitler ed il nazismo pianificavano, in modo sistematico, la cancellazione totale di tutti gli ebrei dalla faccia della terra. La storia mostra che i nazisti arrivarono alla decisione di commettere un genocidio lentamente, nel corso degli anni. L’Olocausto è considerato un paradigma per ogni tipo di violazione dei diritti umani e crimine contro l’umanità; sono prese in considerazione tutte le vittime (ebrei, rom, membri della Resistenza, politici, omosessuali, disabili) del regime nazista.
Il pericolo della distorsione dell’olocausto.
Negli ultimi anni c’è stato uno scioccante aumento degli sforzi per ridurre al minimo l’impatto dell’Olocausto e minimizzare i crimini del regime nazista e dei suoi collaboratori sia nel discorso pubblico che politico. Questa tendenza, erode la nostra comprensione della verità storica e consente all’antisemitismo generalizzato di avvicinarsi al mainstream. Tutto ciò rappresenta una grave minaccia per le nostre democrazie e società aperte. La distorsione giustifica, minimizza o travisa la documentazione storica. Desensibilizzando le persone all’odio e ai modi di pensare estremisti, la distorsione apre la strada alla negazione dell’Olocausto, al pensiero complottistico, all’antisemitismo violento che crea pericolose forme di nazionalismo.
“Memoria, dignità e giustizia”
E’ il tema che in questo 27 gennaio 2022 guida la commemorazione. Il 1 novembre 2005, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 60/7 per designare il 27 gennaio come Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto. La data segna la liberazione di Auschwitz-Birkenau e vuole onorare le vittime del nazismo. La stessa risoluzione sostiene lo sviluppo di programmi educativi per ricordare l’ Olocausto, prevenire ulteriori genocidi e rifiutare anche qualsiasi forma di negazione.
Traendo spunto dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la risoluzione condanna tutte le forme di “intolleranza religiosa, istigazione, molestia o violenza contro persone o comunità basate sull’origine etnica o sul credo religioso” in tutto il mondo. La scrittura della storia e l’atto di ricordare portano dignità e giustizia a coloro che gli autori dell’Olocausto intendevano cancellare. Salvaguardare la documentazione storica, ricordare le vittime, sfidare la distorsione della storia spesso espressa nell’antisemitismo contemporaneo, sono aspetti critici del rivendicare giustizia dopo i crimini di atrocità. Il tema racchiude queste preoccupazioni.
Come si è arrivati alla pagina più nera della storia dell’umanità?
Il termine ebraico Shoah, significa catastrofe, una tempesta devastante e probabilmente non ci sono parole migliori per descrivere quella che fu uno sterminio non soltanto per gli ebrei, ma per tutta l’Europa e per tutto il mondo. L’antisemitismo, ovvero l’odio e la discriminazione nei confronti delle persone di fede e di famiglia ebraica, esisteva in Germania ed in Europa da molto prima dell’avvento del nazismo. Si trattava di un fenomeno antico, risalente al medioevo, ma che nel corso del XIX secolo si era andato acuendo, in particolare in Russia ed in Germania.
La propaganda.
Un arma per semplificare la comunicazione offrendo alle persone delle certezze facili. E Hitler è riuscito a conquistarsi il favore dei tedeschi grazie ad essa; convincendo i tedeschi che la prima guerra mondiale era stata persa per colpa del tradimento e dell’intrigo dei politici, dei comunisti e soprattutto degli ebrei. Gli ebrei sarebbero stati quindi colpevoli di aver inquinato la razza tedesca che, secondo le teorie del razzismo scientifico dell’epoca, sarebbe stata destinata invece ad assumere un ruolo di comando nel mondo intero. Una leva che ha trovato terreno fertile in un momento in cui tutti cercavano giustificazioni e nuove prospettive facili.
Inizia l’odio.
Le persecuzioni contro gli ebrei nella Germania nazista iniziano non appena Hitler ottiene il potere. Nel 1935 è approvata una legge per la cittadinanza (leggi di Norimberga), secondo la quale gli ebrei non sono più considerati cittadini tedeschi. Da questo momento non possono più votare e non possono più mischiarsi con i cittadini tedeschi. Nel 1936 per i medici ebrei è proibito praticare la propria professione negli ospedali pubblici tedeschi. Stesso discorso per gli avvocati e gli insegnanti. Naturalmente, il provvedimento riguarda anche i professionisti del futuro e quindi gli studenti.
La svolta decisiva il 9 novembre 1938 con la “Notte dei cristalli”, ha inizio la Shoah.
Da questo momento quella che era una pesante discriminazione civile si trasforma in persecuzione di massa. Un gigantesco pogrom pilotato dalle SS, durante il quale vengono devastati negozi gestiti da ebrei, sinagoghe e case per tutta la Germania; oltre che nei territori recentemente annessi come Austria e Cecoslovacchia. Già dalla fine del 1939, dopo che hanno conquistato in modo fulmineo la Polonia, paese dove abitavano circa 3 milioni di ebrei, i nazisti iniziano a confinarli in ghetti. In Polonia ed in Unione Sovietica i tedeschi istituirono più di 1000 ghetti. Piccole aree completamente isolate dal mondo circostante, spesso recintate; dove gli ebrei venivano deportati ed obbligati a vivere in condizioni misere, senza la possibilità di lavorare.
Lo sterminio.
Il 20 maggio del 1940 apre Auschwitz- Birkenau e altri centri di sterminio purtroppo noti come Bełżec, Sobibór, Treblinka, Majdanek, Jasenovac e ancora prima Dachau. In questi campi di sterminio vennero deportati e uccisi circa tre milioni di ebrei (il 90% delle vittime totali), con una “procedura standardizzata” che ricordava il lavoro delle moderne fabbriche. Il 20 gennaio del 1942 ha luogo la Conferenza di Wannsee, il cui protocollo codifica con precisione scientifica cifre e strategie di uno sterminio di massa.
Da questo momento le politiche naziste sono apertamente indirizzate ad uno sterminio di massa degli ebrei; con 15 importanti gerarchi delle SS, riuniti per discutere il modo in cui applicare la soluzione finale. Più tardi, nell’inverno tra il 1944 ed il 1945, le SS deportarono gli ebrei russi verso i campi di concentramento ad ovest, all’interno dei confini nazionali. Molti di loro morirono di stenti o uccisi durante le devastanti marce che ricordiamo come marce della morte.
“L’unica cosa necessaria per il trionfo del male è che gli uomini buoni non facciano nulla”
Gli ebrei sterminati dai tedeschi per motivi razziali ammontano a circa 6 milioni di persone. Bisogna aggiungere a questa cifra circa 200.000 zingari, e circa 250.000 disabili. I civili sovietici che possiamo considerare vittime del nazismo ammonterebbero a circa 7 milioni, ai quali si aggiungono 3 milioni di prigionieri di guerra. I polacchi sono circa 1,8 milioni, i cittadini serbi 312.000. I criminali comuni uccisi dal nazismo, che includono anche i cosiddetti ‘asociali’, tra cui anche migliaia di omosessuali, sono circa 70.000. A Norimberga, dal 20 ottobre 1945 al 1 ottobre 1946, si processarono criminali di guerra nazisti, ufficiali, marescialli, membri degli Einsatzgruppen, medici, guardie.
L’Olocausto è un’eredità europea che ha radici comuni nelle nazioni europee.
Commemorare la ricorrenza di questa giornata della memoria è fondamentale in ricordo delle vittime dell’olocausto e per prevenire ulteriori pericolosi futuri genocidi.
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