Oggi, 25 novembre, ricorre la giornata contro la violenza sulle donne, il ricordo nella storia di un’infinità di soprusi fisici e psicologici che si perpetuano. Una sofferenza che, in alcuni casi, termina quando ormai è troppo tardi…
Nella storia, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne viene istituita nel 1999
quando sono nati i centri antiviolenza. Questi, ancora oggi, non riescono a soddisfare le molte richieste che pervengono. La data della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donna simboleggia anche l’attivismo contro la violenza di genere inteso come difesa dei diritti umani. Il 25 novembre è la data scelta dall’assemblea dell’Onu in ricordo del sacrifico delle sorelle Patria, Maria Teresa e Minerva, assassinate in Repubblica Dominicana dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo.
Per scoprire l’origine della ricorrenza, bisogna tornare indietro nel tempo, nel 1960. Le tre sorelle si ricevano in carcere per far visita ai mariti, furono bastonate e gettate in un burrone dagli agenti carnefici. Questi ultimi tentarono anche di giustificare la brutale violenza, facendola passare per un incidente. All’opinione pubblica, tuttavia, fu chiaro che le donne erano state barbaramente uccise. Le tre donne facevano parte del gruppo clandestino Movimento 14 giugno, malvisto dal governo.
Uno degli emblemi che denunciano il femminicidio e sensibilizzano l’opinione pubblica,
in tal senso, è rappresentato dalle scarpe rosse. Queste vengono “abbandonate” nelle piazze di tante città del mondo. Il simbolo nasce da un’opera ideata dall’artista messicana Elina Chauvet, dal titolo Zapatos Rojas. L’installazione viene alla luce per la prima volta in Texas, davanti al consolato messicano di El Paso. Lo scopo è la commemorazione della miriade di donne violentate, rapite e uccise a Ciudad Juarez, la cosiddetta la “Città del Male” o il “Cimitero delle donne”. Le donne hanno lottato e continuano a farlo per ottenere normali diritti: la conquista del voto nel nostro Paese è arrivata solo nel 1946, mentre la “Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne” è stata approvata dalle Nazioni Unite ventisette anni fa. Le cronache, giornalmente, riportano fatti legati a violenze fisiche, sessuali, stalking, atti persecutori di cui il gentil sesso è spesso vittima.
Una giornata per riflettere, per cambiare: i dati del 2021
Il monito di ActionAid è davvero allarmante: nel 2020 le chiamate al numero anti violenza e stalking ‘1522’, sono state oltre 15 mila. L’aggravarsi dei numeri è da attribuire anche al lockdown, che si porta dietro l’obbligo di convivenza tra coniugi e conviventi. Nel 2021, rispetto all’anno precedente, sono aumentate le vittime di genere femminile del 6 per cento. Gli omicidi in ambito familiare e affettivo sono cresciuti del 5 per cento, stessa percentuale con cui è aumentato il numero di vittime uccide da partner o ex partner.
Da inizio anno, ogni tre giorni viene uccisa una donna,
numero che va a rappresentare il 42% delle persone uccise nel 2021, un tasso fortemente in crescita. Nella graduatoria regionale spiccano in negativo Lombardia, Lazio e Veneto. Il contesto famigliare, per le donne, uccide più della criminalità e della mafia. L’ambito più a rischio è rappresentato proprio dalle relazioni di coppia, con un carnefice spinto da vari moventi, in base al genere e al territorio di provenienza. I criminali sono mariti, fidanzati, conviventi o ex partner, quella categoria che in criminologia è definita “intimate homicide”. “Motivati” da gelosia, incapacità di accettare la separazione, senso frustrante di abbandono, rabbia, vendetta. Emozioni, queste, che rientrano, in molti casi, in possibili quadri patologici di problematiche psichiatriche.
Uno sguardo al passato: la donna, essere inferiore
Nell’Antica Grecia le leggi, la politica, la cultura erano materia degli uomini. Le donne erano relegate al ruolo passivo e domestico che prevedeva la totale obbedienza al padre e, successivamente, al marito. La donna era priva di gran parte dei diritti riconosciuti ai cittadini adulti e liberi ed era giudicata come un essere inferiore. Oggetto del desiderio maschile; serva del suo uomo. Si pensi, ad esempio, che il tradimento era punito con la morte. Nell’antica Roma, il femminicidio riguardava soprattutto le classi medie e basse così come sostenuto dagli storici che ne hanno studiato le iscrizioni funerarie. La morte, però, talune volte colpiva anche le donne ricche come Ponzia Postumina che, innamorata del senatore Ottavio Sagitta, venne uccisa durante una notte d’amore con il suo amante.
I casi nella moda che hanno fatto discutere
Anche la moda ha esposto la donna a commenti di ogni genere. Giudizi sessisti, spesso alimentati da frustrazioni mai risolte. Però, va detto, che un po’ di colpe, a chi ha permesso la pubblicazione di campagne pubblicitarie alquanto discutibili, andrebbero date. Come nel caso di Dolce & Gabbana e l’ADV più orribile della storia. Un’avvenente modella, seminuda, oltraggiata da cinque modelli che sembra facciano a gara per possederla. Un’altra immagine disonorante è comparsa sul progetto #PhotoVogueFestival di Vogue 2016, con una modella, vestita di rosso Valentino, fermata da agenti della polizia americana che usano violenza su di lei.
L’immagine riporta alla luce i fatti di cronaca, più vicini a noi in arco temporale, delle violenze ai danni della comunità americana di colore, perpetuate dai poliziotti americani. Un’ulteriore immagine disonorante è comparsa in un servizio fotografico pubblicato su Vogue Italia nel 2016. La modella, vestita di rosso Valentino, fermata dagli agenti di polizia americana che la molestano e abusano di lei. Un’altra campagna pubblicitaria discutibile è quella firmata dal marchio di moda giovane Relish.
Le protagoniste degli scatti, fermate da agenti della polizia, palpeggiate e maltrattate. E a proposito di Black Friday, nel 2018 ha fatto discutere la scritta “prezzo killer” apparsa in un negozio di Philipp Plein in Corso Venezia a Milano. L’immagine, fatta rimuovere prontamente dal sindaco Beppe Sala, citava: “Love That Hurts Feels So Goods” (l’amore che ferisce fa stare così bene). Ricordiamoci infatti che: “La bestialità degli animali deriva da un istinto di sopravvivenza, quella degli uomini da pura crudeltà, spesso accompagnata dal gusto di fare del male.”
Le iniziative della settimana del 25 novembre 2021, per dire basta alla violenza, sono molteplici.
Il 21 e il 22 novembre Lega Serie A e WeWorld Onlus promuovono una campagna di sensibilizzazione sul campo di calcio. Giocatori e arbitri scendono con un segno rosso sul volto. Giovedì 25 novembre, l’associazione Wall of Dolls Onlus organizza una giornata di dirette digitali dalle 9.30 alle 19, durante cui si alternano avvocati, volontari esperti, sociologi, psicoterapeuti, sessuologi. Presenti anche le voci delle testimonianze delle donne sopravvissute a situazioni drammatiche di violenza.

L’osservatorio Interuniversitario sugli Studi di Genere di Roma organizza un corso di formazione ad hoc, inerenti alle tematiche della violenza di genere, secondo diversi punti di vista. Fondazione Vodafone lancia il cortometraggio stendardo del progetto #ChiedoPerUnAmica. Il nome riprende un’espressione utilizzata ironicamente sul mondo dei social per evitare di esporsi in prima persona. Questa volta, tuttavia, le domande non sono leggere ma nascondo da un importante disagio da affrontare.
L’Oréal Paris lancia il programma “Stand Up”, basato sul metodo delle cinque D: dare sostegno, delegare, documentare, distrarre, dire.
Una campagna rivolta ai testimoni e alla loro possibilità di aiutare, parlando con la persona molestata o rivolgendosi a chi ne ha la competenza. Su Rai 3 va in onda l’inedito documentario “Parlano le donne“. Espone il racconto di quattro vittime che, però, hanno saputo reagire dopo le molestie, i soprusi, fisici e mentali, subiti all’interno delle mura domestiche. Ora si impegnano ad aiutare e a dare forza alle donne che vivono quelle stesse situazioni.
Il brand di anfibi Cult presenta “The Only Cult“. Il progetto prevede la vendita di uno speciale anfibio customizzato, attraverso la piattaforma Charity Stars. Questa raccoglie fondi per l’associazione no profit “Dress For Success”, che si occupa dell’epowerment femminile, reinserendo nel mondo del lavoro le donne vittime di violenza. Intesa Sanpaolo destina 1,7 milioni di euro, circa il 10% della sua dotazione, in progetti che contrastano il drammatico fenomeno e assistono donne e minori. Costa Crociere Foundation sviluppa “Punto di svolta” insieme a Quid. Un progetto che prevede un sostegno psicologico insieme ad un corso formativo con sarte professioniste, al fine di sviluppare le competenze necessarie ad ottenere un impiego stabile nel settore sartoriale della confezione.
Queste, insieme a numerose altre iniziative, sparse in moltissime città italiane, intendono fare della data di una tragica ricorrenza un momento comune di sensibilizzazione, di riflessione, di prevenzione e di contrasto verso ogni forma di violenza e di discriminazione.
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