Antonia Sautter, suggestionata da sempre dal carnevale, fin da bambina sogna magniloquenti banchetti in maschera, si addentra in un sogno, creando in età adulta lo sfarzoso “Ballo del Doge”. Figlia di una sarta e veneziana d’origine, cresce in una terra adorata dai pittori della luce, esempio d’architettura dalla bellezza imprevedibile. Nasce come stilista di moda o meglio come artigiana di lusso, viene poi consacrata a livello internazionale per il sontuoso “Il Ballo del Doge”.
Ripercorre, qui, i fasti della Venezia rinascimentale;
fa rivivere personaggi leggendari e storici. Per una notte inventa la magia: gli artisti si esibiscono in danze, canti, acrobazie e discipline circensi. Nella sua sartoria di Piazza San Marco, – luogo simbolo e cuore della città lagunare -, nascono ogni anno collezioni di moda inconfondibili, con un allure sofisticato di bellezza e mistero. Velluto e seta sono sono i suoi tessuti prediletti reinterpretati in chiave moderna, la sua fonte di ispirazione è lo studio delle arti decorative in voga nelle varie epoche e culture, influenzate dalla storia di Venezia e dei suoi legami con l’Oriente.
L’intervista esclusiva di Antonia Sautter a Life&People
Antonia Sautter che legame ha con la città di Venezia?
Venezia è la città dove sono nata e cresciuta, e dove ho scelto di rimanere per la sua impareggiabile bellezza. Credo sia un esempio unico di forza e resilienza, in cui coltivare e cullare i miei sogni, far nascere le mie creazioni e ideare nuovi progetti. Recentemente si è dovuta misurare con il fenomeno delle maree eccezionali e con lo svuotamento da pandemia. Tuttavia Venezia ha dimostrato, nei secoli, una capacità eccezionale di rinascere anche dalle proprie ceneri.
La sua mission è celebrare la venezianità e il Made in Italy in era moderna?
Proprio così. Mi piace, infatti, definirmi paladina dell’Hand Made in Venice. Ho iniziato la mia attività come artigiana e spesso mi dedico a lavori manuali di sartoria e stamperia. Attraverso la mia professione mi impegno quotidianamente a mantenere viva la tradizione dell’alto artigianato veneziano, avendo cura di confezionare abiti raffinati, costumi sontuosi e accessori preziosi.
La passione per il Carnevale: come nasce in famiglia questa tradizione?
Sono nata l’11 Febbraio, durante il periodo di Carnevale e mi piace pensare che questa data fosse, in qualche modo anche il mio destino. A partire dall’autunno con le giornate che si facevano più corte, mi mettevo nella stanza-laboratorio di mia mamma, dove sfogliando i grandi volumi di una enciclopedia illustrata cominciavo a sognare i personaggi che avrei interpretato durante il Carnevale in Piazza San Marco, che sentivo come il mio grande palcoscenico. Sono sempre stata attratta dai personaggi femminili capaci di esprimere forza e personalità e, nei vari anni della mia infanzia, sono stata Giovanna d’Arco, Sharazade, Mata Hari, Marie Antoinette, Caterina de Medici e molti altri.
Antonia Sautter, come nasce il celebre Ballo del Doge di cui è stilista e ideatrice?
Il Ballo del Doge nasce nel 1994 dal mio amore per lo splendore di Venezia e dalla mia personale ricerca del bello. L’idea prese forma quando, in quell’anno, per una serie di circostanze inaspettate entrò nel mio piccolo negozio di San Marco, Terry Jones, storico membro dei Monty Python, che attratto dalla colorata fantasmagoria delle mie creazioni mi coinvolse nella realizzazione di uno spot per una compagnia aerea inglese. Mi parlò anche della sua intenzione di girare per la BBC un docu-film dedicato alla quarta Crociata.
Quell’incontro ha gettato il seme di quello che sarebbe diventato Il Ballo del Doge. Affascinata dal racconto del suo progetto, che era come un viaggio nella storia di Venezia capii immediatamente che non avrei potuto perdere la straordinaria opportunità che mi si presentava innanzi. Con intraprendenza e un pizzico di audacia, mossa da entusiasmo e passione irrefrenabili convinsi Terry Jones ad affidarmi parte dell’organizzazione. Da quel momento, Il Ballo del Doge ha avuto luogo ogni anno a Venezia l’ultimo sabato di Carnevale, sempre con un tema diverso, una nuova favola da vivere e raccontare.
Quali costumi si possono trovare all’interno del suo prestigioso Atelier in Piazza San Marco?
Il mio Atelier custodisce oltre 1.500 costumi, da me disegnati e creati per gli artisti del Ballo del Doge e per i miei clienti in ormai oltre trent’anni di attività, tutti rigorosamente realizzati a mano nel mio laboratorio a Venezia. Sono costumi di tutte le epoche e stili, da me reinterpretati in chiave fashion-glam. Non solo, quindi, costumi d’epoca filologicamente ispirati, ma anche fantastico-onirici e allegorici. Sono questi ultimi i costumi più scenografici e quelli a cui sono maggiormente affezionata: i miei abiti scultura, uno di questi la Regina dei Mari è un’allegoria di Venezia.
I tessuti con i quali realizza le sue meravigliose creazioni come vengono stampati?
In un palazzo vicino al Teatro La Fenice c’è la mia fucina creativa, un mix di fantasia e artigianato. Reinterpretando antiche tecniche di tintura e di stampa a mano, dal mio input creativo nascono collezioni di alta moda conosciute e amate in tutto il mondo, immediatamente riconoscibili per la particolarità dei dettagli: le stelle che richiamano la Torre dell’Orologio di Piazza San Marco, il gotico fiorito delle trifore della Ca’ D’Oro, le libellule simbolo di armonia e prosperità e molto altro. Questi disegni vengono incisi con una sgubbia su tavolette di legno o linoleum e poi, assestando dei colpi di martello sullo stampo, prendono vita ricami indelebili dai colori scintillanti su velluto o seta pregiata. Sono capi di alta manifattura in edizione unica, interamente fatti a mano e decorati uno a uno.
Il carnevale per lei è un elogio al sogno?
Nel mio intendimento creativo, il Carnevale non è mai stato disgiunto dal sogno. Infatti Il Ballo del Doge, di cui sono ideatrice, è la massima espressione di una dimensione onirica che corre in parallelo alla storia: un condensato di arte e meraviglia, immaginazione e fantasia, tradizione e giocosità. È la rivisitazione dei sontuosi banchetti veneziani del passato con il Doge e la Dogaressa, Giacomo Casanova, Caterina Cornaro e la Commedia dell’Arte. Una fantasmagorica sfilata delle regine della storia: da Elisabetta I d’Inghilterra a Cleopatra; da Isabella di Castiglia a Marie Antoinette; da Caterina di Russia alla veneziana Caterina Cornaro.
Come è nata la partnership in occasione della cerimonia di apertura dei Mondiali di Sci di Cortina 2021?
Il Carnevale di Venezia è purtroppo sospeso per quest’anno, almeno nelle sue manifestazioni come le abbiamo sempre vissute, vista la situazione dovuta al perdurare dell’emergenza sanitaria. La Cerimonia di apertura dei mondiali di sci di Cortina è stata un’occasione per il Carnevale di Venezia, di raggiungere milioni di persone in tutto il mondo e dimostrare quindi che fantasia e creatività fanno sempre battere forte il cuore e non hanno frontiere. Sono molto orgogliosa che il Comune di Venezia mi abbia scelto per rappresentare la mia città e il nostro Carnevale su un palcoscenico d’eccezione, in alta quota. Ho ideato una immaginifica parata storico-allegorica: Venezia Golden Age, il Doge e la Regina di Cipro; Caterina Cornaro, la Corte dei Dignitari della Serenissima, Marco Polo e la cortigiana Veronica Franco.
La Venice Fashion Week ha riportato in auge la moda sostenibile?
La Venice Fashion Week ha reso protagoniste le creazioni squisitamente veneziane e questo è certamente encomiabile, perché sinonimo di qualità. Personalmente ho partecipato alla settimana della moda veneziana con una sfilata di kimono da me disegnati. I miei defilé sono un tributo al legame storico di Venezia con l’Oriente, fonte di ispirazione della moda veneziana fin dal ‘500. Quando si parla di sostenibilità, non c’è nulla di più sostenibile dei capi realizzati uno ad uno in sartoria. Un luogo nel quale poca importanza hanno i tempi di produzione. Fondamentali, invece, la qualità, l’attenzione per i dettagli e l’assoluta soddisfazione del cliente… tutto è taylor-made.
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