Un capo passepartout che non può assolutamente mancare nel guardaroba femminile e maschile. I blu jeans, o meglio i Levi’s, un pantalone iconico, in grado di risolvere tanti dilemmi nella scelta del look. Ma chi è stato l‘inventore dei jeans, come nasce questa storia travolgente?
Ripercorriamo tutte le tappe della creazione di questo evergreen della moda.
L’inventore dei jeans è Levi Strauss che nel 1873 realizza questo capo iconico
La parola jeans definisce i pantaloni con i caratteristici rivetti di rame e con il bottone centrale di metallo. Sono con il taglio a cinque tasche, di cui le posteriori cucite sopra la stoffa del corpo dei pantaloni, con l’etichetta inserita nella parte posteriore in alto a destra.
Levi Strauss nasce a Buttenheim, in Baviera nel 1829. Nel 1846, Levi, emigrato tedesco di origine ebraica, si trasferisce a New York per lavoro.
Quando la notizia della corsa all’oro in California si diffonde, il futuro inventore dei jeans si reca a San Francisco nel 1853 per fare fortuna.
Fonda un’attività all’ingrosso di merci con il proprio nome e la battezza “Levi Strauss & Co”.
Intorno al 1872, Levi riceve una lettera da uno dei suoi clienti, Jacob Davis, un sarto di Reno, nel Nevada.
Nella missiva Davis svela il modo in cui realizza i pantaloni per i suoi clienti, attraverso l’uso di rivetti nei punti di tensione per farli durare più a lungo.
Jacob Davis è smanioso di brevettare questa idea, ma ha bisogno di un partner commerciale per far decollare l’impresa. Levi è a dir poco entusiasta del progetto.
Il 20 maggio 1873 nascono i primi blue jeans.
Nel 1890, l’anno in cui alla tuta XX si assegnato il numero di lotto “501®”, Levi e i suoi nipoti fondano ufficialmente l’azienda.
L’idea di Strauss a dire la verità non è nuova.
La storia dei Jeans Levi’s ha origine qualche anno prima grazie gli ingegnosi marinai di Genova.
Sono proprio loro che provano a realizzare questi particolari pantaloni con un telo bluastro, forse proprio il denim o il fustagno italiano, usato per le vele delle navi.
Ma l’ingegno e la creatività italiana non va persa, e una traccia ne rimane almeno nel nome dei pantaloni da lavoro di Strauss, l‘inventore dei jeans.
Blues Jeans, infatti si riferisce al colore, e Jeans sta per Genes, termine con cui allora ci si riferiva ai genovesi.
Un tempo infatti, in tutto il mondo antico, si dava ai tessuti il nome del luogo di produzione. Jeane infatti, è il nome scritto su molti carichi di fustagno che, a partire dal Cinquecento, arrivano a Londra proprio da Genova.
Questa particolare tela è molto apprezzata sul mercato inglese per la sua robustezza e per il suo costo.
Viene anche abbondantemente utilizzata a partire dal XVI secolo dalla marina genovese per equipaggiare le navi a vela e per vestire i marinai.
Negli anni seguenti si diffonde così l’uso del jeans un po’ ovunque.
Il capo è utilizzato dai militari, dalle truppe garibaldine, dagli attori cinematografici, Marlon Brando è tra i primi, e dagli studenti universitari.
Nel 1954 Marilyn Monroe indossa un jeans nel film “La magnifica preda” e l’anno seguente, nel 1955, James Dean fa lo stesso nel cult “Gioventù bruciata”.
Negli anni Cinquanta per la prima volta delle celebs indossano i jeans al di fuori del contesto lavorativo in cui tutti erano abituati a vederli.
Così il cinema trasforma i pantaloni da cowboy in un simbolo di ribellione giovanile e le nuove generazioni iniziano a imitarli.
Dopo la metà del ventesimo secolo, il rifiuto ai jeans poteva sembrare superato, ma non va così.
Il classico Levi’s 501 è ai limiti dell’emarginazione sociale. Lo indossano i motociclisti negli anni Sessanta, gli hippy negli anni Settanta, i punk negli anni Ottanta e i movimento di liberazione omosessuale nel Novanta.
Con il tempo si moltiplicano i modelli.
Tra i jeans americani famosi troviamo quelli a campana, a tubo o sigaretta, attillati, a cavallo alto, a cavallo basso, con zip e con bottoni, così come cambiano i colori che divengono di tantissime tonalità.
Dagli anni Novanta iniziano ad andare di moda le versioni vissute del jeans: delavè, bucati, strappati, arricchiti da pietre, secondo le fantasie degli stilisti.
Il jeans si indossa quotidianamente come capo sportivo, può diventare al contempo un capo elegante se assemblato con camicia e giacca.
Dal 1890 in poi tutti gli articoli prodotti dalla Levi Strauss e Co. vengono numerati in sequenza.
I pantaloni da lavoro rivettati ricevono la numerazione 501 che ancora oggi identifica il modello classico dei jeans Levi’s.
Tra i jeans americani famosi troviamo inoltre quelli di Abercrombie & Fitch, che hanno classe e fascino.
Anche Diesel è tra i brand di rilievo: nome per antonomasia tra i giovani per quanto riguarda il denim.
Wrangler è tra le marche di jeans più affidabili, confortevoli ed originali.
Sono riconoscibili grazie al simbolo “W” che si trova sulle tasche posteriori e che dona un vero tocco di classe.
Infine l’azienda Lee è tra le prime nella storia ad aver lanciato i jeans con la zip, prima di questa invenzione infatti si usavano solo i bottoni.